The Brand New Testament di Jaco Van Dormael – La nostra recensione

«Dio esiste. Vive a Bruxelles. Tratta malissimo la moglie e la figlia. Abbiamo sentito parlare in lungo e in largo di suo figlio, ma quasi nulla di sua figlia. Io sono sua figlia. Mi chiamo Ea e ho dieci anni. Per vendicarmi ho inviato a tutte le persone del mondo un SMS con la data della loro morte…».

Con queste parole si apre The Brand New Testament, il nuovo assurdo e geniale film di Jaco Van Dormael, autore di quel film di culto mai distribuito in Italia che è Mr. Nobody.
Ea è appunto la figlia di Dio, colui che per noia ha creato il mondo e l’umanità e che per passare il tempo si diverte ad inventare stragi e calamità per affliggere le persone o a creare nuove regole universali molto affini alla “legge di Murphy”. Un giorno la ragazzina decide di ribellarsi al padre, bloccandogli il computer senza il quale non ha più alcun potere e rendendo tutte le persone consapevoli del giorno e dell’ora in cui cesseranno di vivere: un gesto che rende gli individui che popolano la terra quasi delle divinità, perfettamente in grado di poter amministrare il proprio destino. Da qui, Ea scappa di casa e si mette alla ricerca di sei nuovi apostoli, pescandoli tra le categorie di persone più diverse – dall’assassino al pervertito, da una ricca depressa a un bambino che vuole diventare donna – e raccogliendo i loro insegnamenti di vita per comporre “il nuovissimo testamento”.

Seguendo la ricerca della piccola figlia di Dio, Van Dormael costruisce un esilarante saggio sulle debolezze, le paure e i peccati che affliggono l’umanità dei giorni nostri, inanellando una dopo l’altra una sequela di situazioni comiche e soluzioni visive da antologia. La capacità di rendere comprensibile l’incredibile frammentarietà e complessità che aveva contraddistinto Mr. Nobody, torna questa volta rafforzata da un impianto umoristico che non lascia via di scampo e da uno stile di regia che cambia continuamente, adattandosi al meglio ad ogni tipologia di argomento che vuole raccontare.

Se le straripanti invenzioni potrebbero già essere sufficienti per saziare le aspettative dello spettatore, The Brand New Testament riesce invece a sorprendere per la lucidità con cui, come da titolo, riesce ad elevarsi a un vero e proprio vangelo dei nostri giorni, affiancando alla satira sociale un’attenta analisi di quello che rappresenta Dio per il mondo d’oggi. Il Creatore viene infatti caratterizzato dal regista belga sommando tutti gli aspetti negativi che solitamente gli possono essere attribuiti dalle imprecazioni della gente, sfruttando luoghi comuni come ad esempio “se Dio esistesse non ci sarebbero le guerre” e mostrando che in effetti i conflitti li crea per noia. Ancor più interessante è vedere quello che succede quando scende sulla Terra dove, privato di tutti i suoi poteri, viene trattato come un barbone molesto e assume progressivamente la coscienza di non avere più alcun tipo di influenza nei confronti della gente. E così, per forza di cose, viene alla fine rimpiazzato dalla moglie, anch’essa una divinità che però per tutta la vita non ha fatto altro che la casalinga – la tipologia di persona più umana che ci sia – che come prima cosa riempie di fantasie da carta da parati il cielo per poi far rendere il mondo più a misura d’uomo.

1

Mad Max: Fury Road di George Miller – La nostra recensione

TRIESTE CAPITALE EUROPEA DEL CINEMA FANTASTICO