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Cargo

 

 

E’ piacevole venire colti di sopresa, soprattutto quando a farlo è un genere che hai amato ma che ormai credevi fosse a corto di fiato. Corpi posseduti, sopravvissuti che si scannano tra loro, altri che cercano di tirare avanti come possono, quelli che giocano al tiro al bersaglio nell’intento di esorcizzare un terrore altrimenti insopportabile. S’è detto un po’ di tutto, dalla sociologia spiccia all’analisi profonda. Più recentemente si è cercato di monitorare la lenta trasformazione dei corpi e delle menti di quanti vacillavano di fronte al più o meno lento incedere della morte, ma mi sembra che il boomerang del genere zombi, oggi, stia ritornando a focalizzarsi su quello che resta: il cadavere. Dopo aver scandagliato i processi sociologici dell’epidemia, stiamo ritornando al corpo ed alla sua lenta ma inesorabile mutazione mortifera. DOpo questo blabla, eccovi Cargo, che si occupa un po’ di entrambi e lo fa con una maestria ed una sintesi invidiabili. Il corto, opera di due giovani registi, in rete ha ottenuto una grande visibilità e non fa rimpiangere prodotti più mainstream. Godetevi questo dramma famigliare che, a mio avviso, fa impallidire pure l’ultimo Nolan in quanto ad intensità.

qui la casa di produzione

qui una bella intervista al DOP

Cargo

di Ben Howling & Yolanda Ramke

Australia 2013, 7

Lo shopping online può essere pericoloso: THE GATE

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