Addio all’immortale Sir Christopher Lee

Alla fine capita a tutti. Che si tratti di vampiri, di un potentissimi stregoni o di cavalieri Jedi, ad un certo punto arriva sempre un paletto di frassino, una freccia elfica o una spada laser a mettere i bastoni tra le ruote. E così si è spento, all’età di 93 anni, anche il “nostro” Sir Christopher Lee, dopo una leggendaria ed immortale carriera.
A noi del Trieste Science+Fiction piace ricordarlo con le parole che il critico cinematografico Phillip Bergson usò per introdurlo quando avemmo l’immensa fortuna di incontrarlo al nostro Festival e di omaggiarlo con il Premio Urania alla Carriera. 

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Un ufficiale e un gentiluomo, e di recente nominato cavaliere a Buckingham Palace da un fan che, come tale, non si nasconde – il Principe Carlo – Christopher Lee è uno dei pochi attori inglesi che possono vantare il titolo di stella. La sua presenza imponente e la voce baritonale hanno rinvigorito più di 250 film, che certamente hanno incassato al box-office più del lavoro di qualsiasi altro interprete sul grande schermo. Se è talvolta associato, la maggior parte delle volte, con il ruolo di un certo aristocratico della Transilvania – il cui nome mi sfugge momentaneamente, ma che ha interpretato, con brio, una decina di volte – ha effettivamente portato alla viva vita di celluloide più icone letterarie – da Frankenstein, a Sherlock Holmes e suo fratello, il Saruman di J.R.R. Tolkien (che ha incontrato), il Scaramanga di Ian Fleming (un lontano cugino), Fu Manchu, e altri personaggi, da Dumas a Dennis Wheatley – rispetto a qualsiasi altro attore, nonché conquistando diversi successi, come ad esempio 1941 e il Star Wars-Guerre Stellari, assicurandosi, per il suo impegno, una nuova generazione di audience. I suoi ruoli personali preferiti includono i ritratti indimenticabili della vita di leggende viventi come Jinna e Rasputin. La primissima parte della sua carriera deve qualcosa a Shakespeare; ma anche se ovviamente non lo ha mai conosciuto, il Bardo di Stratford-on-Avon avrebbe potuto scrivere a proposito di Christopher Lee “Gli anni non riescono ad appassirlo, né l’abitudine rende insipida l’infinita sua varietà di modi”.

 

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