3 film di fantascienza con errori lampanti

3 film di fantascienza con errori lampanti di Jack il cinefilo

Tempo fa sembrava che la NASA avesse fatto una sua personale lista di film fantascientifici più vicini al fantasy che alla scienza per i loro chiari ed evidenti errori scientifici per niente plausibili da un punto di vista razionale. Ai primi posti vi erano 2012, The Core e Armageddon. La NASA smentì tutto quanto; in realtà a stilare la classifica furono dei giornali che assegnarono il tutto all’agenzia spaziale probabilmente nel tentativo di attirare più lettori. Fatto sta che la classifica fece comunque il giro del mondo.

Sulla falsa riga di quanto fatto allora, raccogliamo qui una breve lista di 3 film che hanno colpito non solo per la loro sceneggiatura ma anche per i loro bloopers scientifici. Si parlerà quindi di quei film che hanno fornito una spiegazione scientifica per esempio ad una calamità o ad un’azione intrapresa dal protagonista di turno sorvolando su quella che è la realtà fisica dei fatti. Un conto è dare una spiegazione semi-scientifica, un conto è darne una che non si basa per nulla su qualcosa di scientifico. Bene, spiegato il punto della situazione cominciamo con la lista degli errori commessi.

Nel film Armageddon la Terra è minacciata da un gigantesco asteroide grande quanto il Texas con i suoi 2.300 km di lunghezza. La soluzione per impedire che il pianeta venga distrutto da questo grande masso spaziale sta nel perforarlo con una speciale tecnologia e iniettargli quindi al suo interno una bomba atomica per spaccarlo in due. Ma una domanda sorge spontanea: come fa una bomba atomica a spaccare in due una roccia così grande? Quella bomba potrà essere “atomica” quanto volete ma sta di fatto che non riuscirà mai a disintegrare quell’asteroide viste le sue fattezze. Solo una bomba di un miliardo di Gigatoni potrebbe farlo, ma il genere umano (per fortuna) non è ha ancora costruita una.

Un altro errore scientifico che si ripercuote su tutto il film è la presenza dei suoni nello spazio. Tutti sappiamo come nello spazio non ci sia presenza del suono a causa della mancanza d’aria. Questo difetto è in realtà comune a tutti i film ambientati nello spazio profondo – ad eccezione del premiato Gravity – ma si tratta comunque di un errore fatto in buona fede per evidenziare l’azione della scena e imprimere maggiore adrenalina al telespettatore. La mancanza d’aria è sinonimo di mancanza d’ossigeno: come fanno ad esserci tutte quelle esplosioni così spettacolari sulla stazione spaziale internazionale? In mancanza d’ossigeno non può esserci il fuoco. Sicuramente la stazione ha la sua percentuale d’ossigeno, ma non così a sufficienza da giustificare quei fuochi d’artificio.

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Dicevamo che l’appena citato Gravity è stata una pellicola pluripremiata con diversi Oscar: miglior regista, migliori effetti speciali, miglior montaggio, miglior fotografia, miglior montaggio sonoro e molti altri ancora tra Golden Globes e premi di vario genere. La verità è che neanche questo film è esente da errori scientifici. Quali?

Primo fra tutti si assiste perennemente ad un banale errore: i capelli della dottoressa Stone (Sandra Bullock) non galleggiano mai nonostante l’assenza della forza di gravità. C’è poi un altro serio problema legato alla Stone. La dottoressa spiega che il suo corso per astronauti è durato solo 6 mesi e che nelle simulazioni ha sempre fatto schiantare la navicella Soyuz. Siamo sicuri che in queste circostanze la NASA le avrebbe permesso di viaggiare? Tra l’altro una comune missione prevede un addestramento di due anni. Le inesattezze scientifiche si sommano in questa pellicola quando la dottoressa comincia a piangere. Le sue lacrime si staccano dal viso cominciando a roteare qua e la liberamente, ma la verità è che, a causa della tensione superficiale dell’acqua, le lacrime sarebbero rimaste incollate al viso della protagonista fino a quando una forza esterna non le avrebbe spinte a distaccarsi (cosa che, ovviamente, non succede). Ad un certo punto poi si nota come la ISS, l’Hubble e la stazione spaziale cinese siano tutte sulla stessa linea di campo visivo. Com’è possibile dato che le tre costruzioni tecnologiche viaggiano su orbite decisamente molto distanti tra loro?

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Come terzo caso di film famoso ma che comunque contiene diversi errori scientifici prendiamo in esame un classico del cinema fantascientifico americano, Indipendence day. Un astronave aliena si stabilizza sopra New York minacciandola di distruggerla in un solo colpo col suo potente raggio letale. Fin qui niente di anormale (più o meno), ma i dubbi sorgono quando si focalizza l’attenzione sulla navicella aliena. L’astronave ha un diametro di circa 25 km e dista appena 3 km dalla superficie terrena della città. Con una stazza così possente e una distanza così prossima, che propellente dovrebbe avere la navicella per respingere la gravità terrestre? Non solo, ma c’è chi ha calcolato la pressione che dovrebbe esercitare sull’aria per restare stabile: si parla di 30 kg per centimetro quadrato. Che fine farebbe l’intera città sotto quel devastante peso?!

Non dimentichiamoci poi una chicca finale. Il buon Will Smith riesce a fare l’upload di un virus nel sistema informatico alieno. Ma come potrebbe mai funzionare un virus scritto in un determinato linguaggio di programmazione su un sistema appartenente ad un’altra civiltà che possiede quindi un sistema informatico completamente diverso dal nostro? (questa la scena https://www.youtube.com/watch?v=EuQJd1rzres)

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È ovvio che in tutti questi casi la sospensione dell’incredulità giochi un ruolo fondamentale intervenendo qualche volta in modo forzato pur di dare una certa credibilità ad una storia avvincente ma per certi versi poco convincente. A voi vengono in mente altri esempi così eclatanti? Lasciate un commento qui sotto.

Se nel frattempo vi è salita una certa voglia di film fantascientifici potete dare un’occhiata alla programmazione tv di QuestaseraTV per avere un panorama generico sul palinsesto della serata. Un’idea potrebbe anche essere quella di fare una maratona con film a tema passando da un canale all’altro ad ogni titolo di coda.

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