230 chilometri a nord ovest di Helsinki si lavora giorno e notte per scavare un tunnel che scenderà a 500 metri di profondità nello strato roccioso di Onkalo, nell’isola di Olkiluoto. Qui verranno sepolte per 100mila anni le scorie radioattive finlandesi. Sarà davvero un deposito sicuro? Cosa penseranno di noi le generazioni future? È questa l’energia che vogliamo? Gira attorno a queste domande Into Eternity: A Film for the Future di Michael Madsen che verrà proie ato al Trieste Science+Fiction.

Ancora una volta il cinema si dimostra capace di stimolare la riflessione e mettere in discussione il nostro modello di sviluppo, dal modo in cui progettiamo le nostre città a come ci muoviamo, da come gestiamo i rifiuti a come ci nutriamo fino alle scelte energetiche. Il film Into Eternity, selezionato dalla Cappella Underground e dal Laboratorio Regionale di Educazione Ambientale (LaREA) dell’ARPA FVG, non a caso si trova all’interno di un festival dedicato alla fantascienza, genere da sempre proteso ad immaginare il futuro, a porsi delle domande e — perché no? — a suggerire delle risposte o possibili soluzioni. Altri film in programma al Festival presentano suggestivi, paradossali, alternativi spunti dai quali iniziare una riflessione sui temi ambientali: Stung, Turbo Kid e Wyrmwood sono contrassegnati in catalogo dal simbolo della Terra proprio per suggerire anche questa chiave interpretativa. Space Kids, la sezione dedicata ai più piccoli, si concede di a rontare i generi di fantascienza e fantastico con una particolare a enzione ai temi della sostenibilità ambientale con il film di animazione Il bambino che scoprì il mondo. Oggi più che mai l’uomo è chiamato a scegliere e a progettare per sé e le generazioni future, nuovi modelli di sviluppo, capaci di precorrere i tempi e agire con lungimiranza, nel rispetto del pianeta e di chi verrà dopo di noi, qualsiasi sia la specie che lo abiterà.