The Taming of Soft Machines

Una macchina fatta per avere bisogno. Un corpo addestrato a dare. Un inno visivo alla sottomissione, al desiderio e alla devozione sintetica. Ispirato al folklore dei vampiri-cyborg e all’architettura dell’amore programmato. Dove il piacere è protocollo. Dove l’obbedienza è culto. Dove il confine tra desiderare ed essere desiderati è sfumato e forse non è mai esistito. “Non so chi abbia programmato il desiderio.”

A machine made to need. A body trained to give. A visual hymn to submission, desire, and synthetic devotion.Inspired by the vampire cyborg folklore and the architecture of programmed love. Where pleasure is protocol. Where obedience is worship.Where the line between wanting and being wanted is blurred — and maybe never existed. “I don’t know who programmed the wanting.”