USA, Romania, UK, France, 2013, 107’
di Terry Gilliam
con Christoph Waltz, David Thewlis, Melanie Thierry, Lucas Hedges
In una Londra del futuro, Qohen Leth, un eccentrico e solitario genio del computer afflitto da angoscia esistenziale, vive in isolamento in una cappella devastata da un incendio, nell’attesa di ricevere una telefonata che, è convinto, porterà le risposte che ha a lungo cercato. Qohen lavora a un misterioso progetto, affidatogli dal Management, che mira a scoprire una volta per tutte il fine dell’esistenza umana, o l’assenza del fine stesso. Ma la sua vita solitaria è disturbata dalle visite della provocante Bainsley e di Bob, il geniale figlio del Management. Soltanto nel momento in cui conoscerà la forza dell’amore e del desiderio, riuscirà a comprendere la ragione autentica del suo essere.
“Quando ho fatto Brazil nel 1984, volevo fare un ritratto del mondo in cui pensavo stessimo vivendo. The Zero Theorem è un’occhiata di sfuggita al mondo in cui penso stiamo vivendo oggi. La sceneggiatura di Pat Rushin mi ha colpito perché è una storia divertente, filosofica e commovente, che pone tante domande rilevanti. Per esempio: Cos’è che dà un senso alla nostra vita? Cos’è che ci fa felici? È possibile vivere in solitudine in un mondo che è diventato piccolo grazie alle nuove forme di comunicazione? In questo mondo è tutto sotto controllo o è il caos che regna? Abbiamo cercato di fare un film che fosse onesto, divertente, bello, intelligente e sorprendente: un film semplice su un complicato uomo d’oggi, che attende la chiamata che darà un senso alla sua vita, un film sulle relazioni inevitabili e il bisogno di amore, che fosse abitato da personaggi accattivanti, con dialoghi arguti, e che sollevasse delle questioni senza offrire facili risposte. Speriamo sia qualcosa di diverso da quanto si è visto di recente: niente zombie, niente eroi col mantello, niente alieni o esplosioni gigantesche. Per essere onesto, su quest’ultimo punto posso aver mentito…” – Terry Gilliam